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28 ottobre 2022

Poema dell'uomo-Dio: a proposito di gender

 

A proposito di gender


262. Una figlia indesiderata e il ruolo della donna redenta. L'Iscariota chiede l'aiuto di Maria.

[...]

[Dice Maria di Nazaret:] È bella, non è vero?».
«Molto bella e robusta. La madre può esserne felice», conferma Gesù, curvo anche Lui ad osservare il sonno dell’innocente.
«Invece non lo è... Il marito è irritato perché tutti i figli sono femmine. È vero che coi campi che abbiamo sono meglio i maschi. Ma la nostra figlia non ne ha colpa...», sospira la padrona di casa, sopraggiunta.
«Sono giovani. Si amino e avranno anche maschi», dice sicuro il Signore.
    «Ecco Filippo... Ora si farà scuro...», mormora turbata la donna. E più forte dice: «Filippo, c’è il Rabbi di Nazaret».
«Molto lieto di vederlo. Pace a Te, Maestro».
«E a te, Filippo. Ho visto la tua bella bambina. Anzi la sto ancora guardando perché è degna di lode. Dio ti benedice con bambini belli, sani e buoni. Gli devi essere molto grato... Non rispondi? Sembri crucciato...».
«Speravo fosse un maschio, io!».
«Non vorrai già dirmi che sei ingiusto accusando l’innocente di essere femmina, e tanto meno essere duro con la tua sposa?», chiede severo Gesù.
«Volevo un maschio io! Per il Signore e per me!», esclama risentito Filippo.
«Ed è con una ingiustizia ed una ribellione che credi di ottenerlo? Hai letto forse nel pensiero di Dio? Sei da più di Lui per dirgli: “Fa’ così perché ciò è giusto?”. Questa donna mia discepola non ha figli, ad esempio. Ed è giunta a dirmi: “Benedico la mia sterilità che mi dà ali per seguirti”. E questa, madre di quattro maschi, anela che tutti e quattro siano non più suoi. È vero, Susanna e Maria? Le senti? E tu, sposato da pochi anni ad una donna feconda, benedetto da tre bocci di rose che chiedono il tuo amore, sei sdegnato? Con chi? Perché? Non lo vuoi dire? Lo dico Io: perché sei un egoista. Deponi subito il tuo rancore. Apri le braccia a questa creatura nata dal tuo seme ed amala. Avanti! Prendila!», e Gesù prende il fagottino di lini e lo depone nelle braccia del giovane padre. Gesù riprende a parlare: «Vai da tua moglie che piange e dille che tu l’ami. O Dio veramente non ti darà mai più un maschio. Io te lo dico. Vai!...».

L’uomo sale nella camera dove è la sposa.


«Grazie, Maestro!», sussurra la suocera. «Egli da ieri era molto crudele...».


L’uomo ridiscende dopo qualche minuto e dice: «L’ho fatto, Signore. La donna ti ringrazia. E dice di chiederti il nome della piccina, perché... perché io avevo destinato a lei un nome troppo brutto nel mio odio ingiusto...».


«Chiamala Maria. Ha bevuto il pianto amaro insieme alla prima goccia di latte, amaro esso pure per la tua durezza; può chiamarsi Maria, e Maria l’amerà. Non è vero, Madre?».


«Sì, povera piccolina. È tanto graziosa. E sarà certo buona divenendo una stellina del Cielo».

[…]

«Anche Tu oggi hai fatto un miracolo invisibile ma certo reale. Non è vero, Maestro?», chiede il Taddeo.

«Sì, fratello».


«Era meglio farlo visibile», osserva Filippo.


«Volevi che cambiassi la piccola in un pargolo? Il miracolo in realtà è una alterazione delle cose destinate, un benefico disordine, perciò, che Dio concede per acconsentire alla preghiera dell’uomo, onde mostrargli che lo ama, o persuadere che Egli è Colui che è. Ma dato che Dio è ordine, non viola in maniera esagerata l’ordine. La bambina è nata donna e donna resta».

«Ero così afflitta questa mattina!», sospira la Vergine.


«Perché? La bambina disamata non era tua», dice Susanna.


E aggiunge: «Io quando vedo qualche disgrazia in un fanciullo dico: “Buon per me che non ne ho!”». «Non lo dire, Susanna! Non è carità. Io pure potrei dirlo, perché la mia unica Maternità è trascesa dalle leggi naturali. Ma non lo dico perché sempre penso: “Se Dio non mi avesse voluta vergine, forse quel seme sarebbe caduto in me, e madre sarei io di quest’infelice”, e così ho pietà di tutti... Perché dico: “Avrebbe potuto essere mio figlio”, e come madre vorrei tutti buoni, sani, amati e amabili, perché così desiderano le madri per i figli loro», risponde dolcemente Maria. E Gesù pare vestirla di luce tanto la guarda con occhio radioso.
«È per questo che hai pietà di me...», dice l’Iscariota sottovoce.
«Di tutti. Fosse anche dell’assassino del mio Figlio. Perché penso che sarebbe il più bisognoso di perdono... e di amore. Perché tutto il mondo lo odierebbe certamente».
«Donna, dovresti faticare molto a difenderlo per dargli tempo di convertirsi... Io lo leverei subito di mezzo, per il primo...», dice Pietro.


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