"SI SALVI CHI PUÒ"
Consapevoli che non è ormai più il tempo delle parole, quanto della preghiera e della sofferenza, vogliamo chiudere con un solo semplice interrogativo:
Se la concezione del papato professata oggi da conservatori, FSSPX, ecc. fosse stata professata dalla Chiesa nel corso della sua storia, avrebbero avuto essi quella "tradizione" di cui si ritengono paladini?
"La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione" (CCC, n, 677).
POST SCRIPTUM
ALCUNE NOTE SU POSIZIONE MONS. VIGANÒ
1) Da nessuna parte si ricava l'intenzione di mons. Viganò di uscire dalla
Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Dove andrebbe, infatti,
avendo egli professato di credere veramente che extra Ecclesiam nulla salus?
A tal proposito, merita di essere riportata la sua arguta osservazione: «Trovo
a dir poco sconcertante che a processarmi per scisma siano coloro che
fanno propria la dottrina eterodossa secondo la quale sussiste un
vincolo di unione “con coloro che, essendo battezzati, sono insigniti
del nome cristiano, ma non professano integralmente la fede o non
conservano l’unità di comunione sotto il successore di Pietro” (LG:15).
Mi chiedo con quale improntitudine si possa contestare ad un Vescovo il
venir meno di una comunione che si afferma altresì esistere con gli
eretici e gli scismatici» (qui).
2) In mons. Viganò, poi, non vediamo nemmeno la presunzione di dichiarare qualcosa "ufficialmente", cioè con la pretesa che chi non si conforma alla sua presa di posizione sia per ciò stesso fuori della Chiesa. Fare questo, infatti, significherebbe sostituirsi alla Chiesa e prenderne il posto, cioè averne fondata un'altra. Ma non mi pare che mons. Viganò abbia preso questi atteggiamenti settari. Quello che egli fa è semplicemente indicare la via per rimanere nella Chiesa (che è perseguitata e condotta al Calvario) e argomenta la sua posizione con motivi di fede e di ragione. Dagli scritti dell'ex nunzio, infatti, si comprende bene che egli è consapevole del fatto che la situazione che stiamo vivendo è inedita ed estremamente complessa e che vera Chiesa e falsa chiesa «sono di fatto due realtà sovrapposte» (qui). Nessuna pretesa, dunque, di voler circoscrivere i fedeli appartenenti alla vera Chiesa a questa o quella realtà concreta.
3) Negli scritti dell'Arcivescovo non emerge nemmeno la presunzione di voler salvare la Chiesa. D'altronde, come potrebbe avere un tale pensiero chi crede che la Chiesa è la salvezza? Siamo noi, infatti, a non salvarci fuori di lei e non lei (sposa santa e immacolata) ad aver bisogno di noi per essere salvata. La preoccupazione di mons. Viganò mi sembra essere soltanto quella di rimanere nella Chiesa e aiutare in questo anche i fratelli nella fede.
Dómine Iesu Christe, [...]
ne respícias peccáta mea, sed fidem Ecclésiæ tuæ.
N.B.: Le scialuppe non sono un'altra barca,
ma ciò che rimane di essa dopo il grande naufragio.