27 agosto 2023

E se fosse questa la realtà?

 

E SE FOSSE QUESTA LA REALTA'?

L’ultimo articolo di questo sito è datato 31 dicembre 2022, giorno della morte del Papa Benedetto XVI. Se ci siamo fermati è per più motivi e, tra questi, perché non crediamo che ci sia sostanzialmente molto da aggiungere e perché necessariamente (cf. Lc 17,25) le parole dovranno sempre più dare spazio ad “altro”. Tuttavia, l’attuale polemica intra-ecclesiale tra “bussolaquotidianisti, scuristi e affini” da una parte e “FSSPX, radiospadisti e affini” dall’altra, ci spinge a scrivere poche e schematiche righe per stimolare la riflessione.



LE POSIZIONI

    Bussolaquotidianisti, Scuristi e affini: Papa Francesco è il persecutore/distruttore della Chiesa cattolica[1] e voi della FSSPX siete colpevoli di essere scismatici, cioè di non essere a lui obbedienti.[2]

    FSSPX, Radiospadisti e affini: Persecutori/distruttori della Chiesa cattolica lo erano anche Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Papa Francesco lo è solo di più perché porta a compimento l’eversivo Concilio Ecumenico Vaticano II. D’altra parte, però, Francesco è verso di noi più benevolo dei precedenti pontefici e ci ha praticamente legittimati concedendoci la facoltà di confessare e di assistere allo scambio dei consensi matrimoniali.
    E allora come potremmo noi oggi essere scismatici se papa Francesco è dalla nostra parte? 
    Semmai siete voi che non ne riconoscete l’autorità non volendovi conformare alla sua volontà benevola nei nostri confronti. Siete forse invidiosi perché a noi concede e a voi, invece, nega?

    Minutelliani, Cioncisti e affini: Vi state beccando l’uno con l’altro come i capponi di Renzo[3] mentre di fatto siete entrambi tenuti per le zampe e a testa in giù da colui che voi stessi riconoscete essere il persecutore/distruttore della Chiesa. Praticamente, un po’ come gli scribi e i farisei al tempo di Gesù, anche voi vi azzuffate su tutto salvo l’essere uniti nello stare dalla parte di chi sta crocifiggendo Cristo nel suo Corpo.
    Ci chiediamo, pertanto, come fate a pensare di essere la Chiesa di Cristo quando in realtà state dalla parte di chi quella  Chiesa la flagella. Voi siete in comunione con uno che non soltanto è un antipapa, ma chiaramente un anticristo (cf. 1Gv 2,18.22; 4,2-3).

 

 

 CONSEGUENZE

    Per i primi, non si assolve il precetto andando a Messe celebrate dalla FSSPX[4] e tanto meno a quelle dei sedevacantisti; per i secondi, non si assolve al precetto andando alle Messe N.O. perché, così insegna don Daniele di Sorco, «la nuova Messa non può essere considerata come un rito cattolico»[5]; per i terzi, non soltanto non si assolve al precetto ma si pecca gravemente (peccat!!! ripetono con forza le schiere di neo-tomisti dell’ultima ora) se si va a Messe celebrate “una cum Francisco”.[6]
    La conseguenza pratica di queste posizioni non è certo un aumento dei cattolici che vanno a Messa.

 

 

 IDEOLOGIA O REALTA'?

    A parole è da tutti risaputo che per leggere correttamente la realtà è importante non avere la vista coperta da veli ideologici. Nei fatti, però, tutte e tre le posizioni sopra richiamate ci sembra che siano inficiate dall’ideologia.


    Per Bussolaquotidianisti, Scuristi e affini il velo ideologico che impedisce loro di vedere la realtà è l’idea che Francesco sia il papa a prescindere. La realtà pone molteplici domande al riguardo, ma essi nemmeno le ascoltano e sarebbero capaci di rinnegare la fede, se non altro quella sul papato, pur di non mollare quell’idea. Anche se nella realtà facesse la qualunque, infatti, Francesco sarebbe comunque il papa.[7]


    Per FSSPX, Radiospadisti e affini il velo ideologico che impedisce loro di vedere con nitidezza la realtà successiva al Concilio Ecumenico Vaticano II è l’idea fissa che tutti i guai della Chiesa provengano da tale Assise. Pertanto, se per i primi Francesco è il papa sempre e comunque e chi non è con lui è fuori della Chiesa, per essi qualunque cosa faccia Bergoglio è comunque in continuità con gli altri papi post-conciliari. Al limite è più deciso degli altri nell’applicare l’eversivo Vaticano II, ma la pasta è la stessa e dunque nessuna sostanziale differenza viene rilevata.


    Per Minutelliani, Cioncisti e affini il velo ideologico è invece l’idea di potersi sostituire alla Chiesa nel dichiarare ufficialmente invalido il papato bergogliano. Tale presunzione oggettiva li porta inevitabilmente a non limitarsi alla testimonianza profetica, ma appunto a sostituirsi alla Chiesa: noi siamo la vera Chiesa (il piccolo resto) e tutti gli altri sono nella falsa. Di qui le continue invettive, i giudizi temerari sulle persone, la mancanza di rispetto verso chiunque non si allinei perfettamente alla “loro” visione. Un atteggiamento chiaramente settario che nulla ha a che fare con la vera spiritualità cattolica.[8] Per non parlare poi di certe rivelazioni private, dell’eresia a riguardo dell’invalidità della Messa celebrata una cum Francisco, ecc.

 

 

È FORSE QUESTA LA REALTA'?

    L’inaudita situazione ecclesiale che stiamo vivendo ci sembra più complessa di quanto lascerebbero intendere, presi singolarmente, i tre schieramenti richiamati.
    Se invece ci si sforza di comprendere le ragioni delle tre posizioni senza per forza vedere tutto in contrapposizione, allora  il quadro che potrebbe emergere è sinteticamente il seguente:


    - Hanno ragione, al di là dei modi, i Minutelliani e Cioncisti nel dire che verosimilmente Francesco (che tutti è tre i gruppi concordano nel vederlo come “persecutore/distruttore” della Chiesa) non è il papa e che tale pista andrebbe maggiormente presa in seria considerazione. In fondo, i fatti dicono che Benedetto XVI è morto essendo ancora papa, per quanto emerito.[9] Vero che non ci si può sostituire alla Chiesa, ma questo non esenta nessuno dal discernere la situazione alla luce della fede e comportarsi di conseguenza secondo le certezze morali eventualmente raggiunte.


    - Hanno ragione FSSPX e Radiospadisti nel dire che non è vero che la crisi  intra-ecclesiale inizia con Francesco, ma a partire dai documenti (dunque non solo lo spirito) dell’ultimo Concilio Ecumenico (o primo Concilio Ecumenico “pastorale”). Bisogna perciò ringraziare Mons. Lefebvre per essere stato uno dei primi ad aver visto le crepe e, soprattutto, per aver operato al fine di salvare il salvabile. Per esserne degni eredi, però, a mio avviso bisognerebbe domandarsi: cosa farebbe oggi mons. Lefebvre? Si relazionerebbe con Francesco come si è relazionato con Paolo VI e Giovanni Paolo II?


    - Hanno ragione, infine, anche i Bussolaquotidianisti e Scuristi nel vedere e sottolineare gli aspetti positivi del magistero dei papi post-conciliari prima di Francesco e il salto che si è operato con quest’ultimo. Anche se alcuni loro gesti, parole e omissioni possono evidentemente essere criticabili alla luce della Tradizione, non dovrebbe mai venire meno la visione d’insieme e  il rispetto nei loro confronti.



CONCLUSIONE

    Il quadro appena descritto a me pare più corrispondente alla realtà e, in virtù della situazione probabilmente apocalittica in cui ci troviamo, non impone necessariamente una sola via attraverso la quale il cattolico può oggi assolvere al precetto festivo. In tale situazione, infatti, la dispersione del gregge (cf. Mt 26,31) è normale.
    L’importante è non scandalizzarsi e impegnarsi con tutte le forze per rimanere a bordo dell’unica Chiesa di Cristo, senza però la presunzione di circoscriverla al “gruppo” che si ritenesse in coscienza di dover seguire. Lanciare con facilità anatemi, infatti, ci pare segno inequivocabile di insufficiente comprensione della complessità della situazione.
    Cerchiamo, dunque, di resistere e crescere come cattolici, approfittando del tempo presente per approfondire la conoscenza della nostra fede cattolica, intensificare la preghiera e avvicinarci maggiormente ai sacramenti.


_______________________________

[1] In un solo articolo (cf. https://lanuovabq.it/it/chi-salva-la-chiesa), la Scrosati afferma che papa Francesco opera per far tracollare la Chiesa, infischiandosene dei sani suggerimenti che pure alcuni cardinali provano a dargli. Sulle spalle dei cattolici che già faticano a rimanere in piedi, infatti, carica continuamente pesi provocando loro grande sofferenza. Egli conduce verso la catastrofe e chiaramente per i cattolici, oltre al dolore, aumenta la preoccupazione. «Le persecuzioni - scrive Luisella - provengono palesemente da quella autorità che dovrebbe custodire e promuovere la fede, ma che invece sembra far di tutto per dissiparla e distruggerla». La nostra catechista sa anche bene che «vedremo ‒ già lo stiamo vedendo ‒ che Pilato, Caifa ed Erode troveranno un’intesa meschina per togliere di mezzo il giusto; vedremo falsi processi, dominati dalla menzogna, per accusare chi è nella verità, mentre Barabba verrà lasciato libero; […] metteranno le mani su di noi (cf. Lc 21,12), trascinandoci davanti ai poteri civili e religiosi». L’analisi è chiara, ma in questa situazione che cosa dovremmo fare noi, secondo la Scrosati? Dovremmo forse stare con questa Chiesa di Cristo perseguitata dai poteri civili e religiosi e avviata sulla via del Calvario? No, non sia mai! Quella sarebbe una tentazione, un voler fuggire dalla croce. Noi dobbiamo invece fare «la fatica di entrare nella logica della Croce», vale a dire metterci dalla parte dei persecutori religiosi e soffrire nel vedere la Chiesa lentamente morire, certi però che lei alla fine vincerà. Anzi, se anche un domani le torture, i pesi e i flagelli provenienti da questo pontificato dovessero moltiplicarsi esponenzialmente («chi più ne ha più ne metta»), noi dovremmo rimanere in piena comunione con lui «senza cedere di un millimetro». Quello che dovremmo fare, secondo la Scrosati, è ripetere come gli Apostoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!» (Gv 11,16). Citazione piuttosto azzeccata! Gli apostoli (Tommaso nel caso specifico), infatti, proclamarono a parole di voler andare a morire con lui, ma in realtà il loro andare prese per quasi tutti un’altra direzione.

[2] «Lo scisma è “il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetta” (CIC, n. 751)» (CCC, n. 2089).

[3] Renzo «faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura» (Promessi sposi, cap. III).

[4] Cf. https://lanuovabq.it/it/reazioni-al-caso-fsspx-e-in-gioco-la-natura-della-chiesa

[5] Cf. n. 38: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4111_Don-Di-Sorco_Piccolo_catechismo_della_nuova_Messa.html

[6] In realtà, san Tommaso d’Aquino afferma che si può andare alle Messe di eretici, scismatici e scomunicati «fino alla sentenza della Chiesa» (ST III, 82, 9). Ora, il fatto che non ci si possa aspettare una sentenza da Francesco non autorizza noi ad emetterla al suo posto e, certamente, non leggiamo questo nel testo dell’Aquinate.

[7] Cf. https://lanuovabq.it/it/chi-salva-la-chiesa

[8] Assai rivelatori sono anche i ripetuti attacchi a don Enrico Roncaglia che, pur non riconoscendo anch’egli Bergoglio come papa, ha preso le distanze da don Alessandro e il suo “staff”.

[9] Cf. https://padreelmocorazza.blogspot.com/2022/12/riflessione-papale-papale.html

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